IL MASSACRO DI SERRAMAGGIO
Anno 1936. Storia Realmente accaduta di un brutale omicidio nell’appennino Umbro-Marchigiano. L’unica fonte che racconta i fatti in modo chiaro e preciso, risulta essere il libro “Il Galletto e Serramaggio” di Marco Milli.
Immagini ricostruite tramite l’ausilio dell’intelligenza artificiale a solo scopo di intrattenimento.
La Casa degli Orrori
Serramaggio, in una casa all'interno della Serra di Burano, versante marchigiano, nel comune di Cantiano, viveva la famiglia Rossi, composta da Francesco, sua moglie Filomena e Maria la figlia primogenita di tre.
La loro casa, isolata nella contrada Sodelli, era stata costruita su un terreno donato da un amico in cambio di aiuto nella gestione della sua proprietà. I Rossi erano una famiglia laboriosa, benvoluta dai vicini e rispettata per la loro intraprendenza.
L’Inizio di una Tragedia
Un giorno di novembre, il 7 novembre 1936, Anita Prosciutti, una vicina di dieci anni, e la sua cuginetta Olga Bei si recarono dai Rossi per restituire del sale e delle uova. La casa era stranamente silenziosa e, non trovando nessuno, Tornarono a casa.
Il giorno seguente, la madre di Anita la mandò di nuovo dai Rossi, ma questa volta Anita scoprì qualcosa di orribile: il cadavere di Filomena vicino alla porta d’ingresso. Terrorizzata, corse a raccontare tutto alla sua famiglia.
La Scoperta dei Corpi
Avvisati da Anita, gli uomini della famiglia Prosciutti e altri si precipitarono all'abitazione dei Rossi. Lì fecero la macabra scoperta: i corpi senza vita di Filomena e Maria. Poco dopo, rinvennero anche quello di Francesco. Tutti e tre erano stati brutalmente assassinati.
I Rossi, conosciuti come persone di agiata condizione economica grazie alla loro attività di piccoli imprenditori agricoli, erano stati massacrati con violenza inaudita.
L’Indagine
Le autorità, allertate dall'accaduto, iniziarono subito le indagini. Il giudice istruttore Giuseppe Balugani e il professor Aurelio Caruso, un chirurgo, esaminarono i cadaveri e confermarono che le vittime erano state colpite con un’arma pesante, probabilmente una scure.
Le ferite indicavano che gli aggressori avevano agito con estrema brutalità e precisione.
Ipotesi e Misteri
L’indagine si concentrò su diverse ipotesi: un debito non saldato, un corteggiatore respinto di Maria, o un ex lavorante dei Rossi.
Tuttavia, nessuna pista risultava essere decisiva. Le ferite e la disposizione dei corpi suggerivano che l’omicidio fosse stato commesso rapidamente e con una certa familiarità con l’arma usata.
La storia della famiglia Rossi, brutalmente strappata alla vita, diventò una leggenda locale, avvolta nel mistero e nel dolore. Vennero dedicate canzoni e filastrocche e la memoria di quell'eccidio rimase impressa negli anni.
…Continua