PIANTE SELVATICHE — La Borragine
Il nome di questa pianta deriva dal latino tardo “ burra”, che significa lana grezza, infatti ha foglie ricoperte da peli ispidi.
Si consuma cruda tritata nelle insalate oppure impanata per accompagnare gli aperitivi o nei fritti misti. I fiori guarniscono i piatti, profumano e colorano l’aceto e si possono perfino candire.
La medicina popolare assegna alla borragine proprietà emollienti, sudorifere, diuretiche, lassative e depurative.
Cresce spontanea ai margini delle strade ed in mezzo alle culture sempre in terreno fertile fino A 1800 m. di altitudine.
Durante il periodo di sviluppo (maggio, giugno) si raccolgono solo le foglie che servono per l’uso immediato poiché appassiscono in fretta. Si conservano bene in freezer, pulite ma non lavate, eventualmente già impanate per farle fritte.
I fiori si possono congelare in acqua e utilizzare come cubetti negli aperitivi oppure, come già detto, candire.
L’infuso di borragine, (50. gr di fiori e foglie in un litro d’acqua bollente in infusione per 10 minuti) è un disinfettante e lenitivo del cavo orale se usato come collutorio; se aggiunto all’acqua del bagno,ammorbidisce la pelle e calma il prurito.
Le foglie fresche schiacciate e applicate su scottature ed infiammazioni della pelle alleviano il dolore e sono emollienti.
Il succo estratto di un’intera pianta e preso in dose di un bicchierino da marsala al mattino a digiuno,aiuta a mettere a posto i reni.
Frittelle di borragine:
600 gr. di borragine bollita scolata e sminuzzata
2 uova
2 cucchiai di farina bianca
olio per friggere
sale
mescolare la borragine con le uova e la farina e il sale, friggere a cucchiaiate.