UBALDO CASAGRANDE — BAFFONE

Serra di Burano
7 min readJan 21, 2021

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Articolo di Alberto Cappannelli uscito su “L’EUGUBINO” in un numero del 2015

Indovino, veggente, esorcista. Ubaldo Casagrande “Baffone” ci ha lasciato nel 2001. Ma a Gubbio nel Buranese è come se non se ne fosse mai andato.

Era una domenica d’Estate, il 5 agosto 2001. Dopo una breve malattia, per problemi polmonari, a 78 anni ci lasciava ubaldo casagrande, da tutti conosciuto come “Baffone” per un paio di folti e lunghi baffi che davano alla sua persona un tocco di eleganza mista ad originalità.

Ubaldo Casagrande “Baffone”

Uomo buono, saggio, attaccato alla sua famiglia. Ubaldo era persona di grande spessore. Ottimo coltivatore, era capace di effettuare innesti in alberi da frutto i cui risultati si toccano con mano ancora oggi, le “sue” mele hanno sempre un sapere squisito.
Era bravissimo in tutte le coltivazioni in cui si cimentava per non parlare della cura degli animali a cui provvedeva personalmente.

Era un profondo conoscitore delle erbe medicinali della tradizione popolare che usava per dare sollievo a qualche malore fisico di chi si rivolgeva a lui con la stessa fiducia che si ha per i medici, i risultati erano sempre positivi.
Frequentando tanta gente aveva affinato le sue qualità naturali nel capire l’animo umano, le sue sofferenze e le sue risorse e sapeva offrire saggi consigli risolutori dei tanti aspetti problematici che la vita dispensa a piene mani. Spesso riusciva ad intuire aspetti della vita futura dei suoi assistiti a cui consigliava sempre di vivere con fiducia, buon senso e una buona dose di ottimismo.

Amante dei riti tradizionali e delle superstizioni confezionava con legni ed erbe spontanee qualche amuleto chiamato in dialetto eugubino “breuccio” con il potere di porta fortuna o scaccia sfortuna che secondo i suoi avventori funzionava benissimo.

Raffigurazione di Baffone

Dire che Ubaldo veniva interpellato per togliere il “malocchio” è riduttivo. Certo qualche volta lo faceva, peraltro con successo, ma non rientrava nelle sue priorità. Il fatto è che era talmente disponibile che non diceva di no a nessuno senza pretendere mai denaro, gli bastava un semplice grazie.
Con il passar degli anni seguiva due suoi personalissimi libri uno “del comando ” ed un alro “delle erbe”, aveva anche acquisito una sicura bravura nello svolgimento di piccoli riti propiziatori, tutti rivolti ad alleviare sofferenze, stati di angoscia e comunque sempre orientati a dare conforto.

Ritratto di Baffone su pietra

Tanti erano i suoi estimatori che raggiungevano la sua casa non solo da Gubbio o dalle vicine Marche in cerca di una parola rassicurante o per dare soluzione a qualche problema, ma Baffone era ancora di più.
Giusto, suo figlio maggiore racconta che: Tanti erano i suoi estimatori che raggiungevano la sua casa non solo da Gubbio o dalle vicine Marche in cerca di una parola rassicurante o per dare soluzione a qualche problema, ma Baffone era ancora di più.
Giusto, suo figlio maggiore racconta che: Tanti erano i suoi estimatori che raggiungevano la sua casa non solo da Gubbio o dalle vicine Marche in cerca di una parola rassicurante o per dare soluzione a qualche problema, ma Baffone era ancora di più.
Giusto, suo figlio maggiore racconta che: “non tutti hanno collegamenti spiurituali che diceva di possedere mio padre. Ricordo che ha risolto dei casi da vero e proprio esorcista come lui si definiva”.

Episodio della famiglia portoghese

Tra i tanti episodi forse il più eclatante riguarda una famiglia portoghese. Padre e madre, tra l’altro atei, avevano grossisssimi problemi con i loro due figli: un maschio e una femmina entrambi prossimi alla laurea. I ragazzi erano “indemomiati”, dopo aver girato mezza Europa: Londra, Parigi, Roma quando la medicina ufficiale non dava risultati e la guarigione sembrava irraggiungibile, disperati e per puro caso approdando da Baffone. Giusto, che ancora stenta a credere in quello che ha visto, afferma che in tre giorni, con sedute di un’ora al giorno, il padre Ubaldo risolse la questione non senza difficoltà. Alla vista del Crocifisso fratello e sorella svenivano e si gettavano a terra e mentre si contorcevano parlavano greco, lingua a loro sconosciuta.

Baffone — Veggente, Chiromante, Erborista ed Esorcista

Per questo e altri episodi a Gubbio Baffone era tanto famoso che di fronte a chi non aveva né soluzione né speranza di risolvere qualche grave problema si era soliti dire Per questo e altri episodi a Gubbio Baffone era tanto famoso che di fronte a chi non aveva né soluzione né speranza di risolvere qualche grave problema si era soliti dire “Non ve salva manco Baldo de Burano”.

Ma Baffone, che nel Buranese veniva anche chiamato Baldo de Pinaccio, sfatò anche questo detto e proprio a Gubbio.

Episodio della squadra di pallavolo

L’occasione per sfatarlo venne offerta dalla pallavolo Gubbio, squdra femminile che all’inizio degli anni ’80 militava in serie A2. La compagine eugubina non vinceva da varie partite ed era nei bassifondi della classifica.

Tornei sportivi decdicati alla memoria di Baffone

Qualche dirigente amico del Casagrande pensò di rivolgersi a lui per un aiuto e Ubaldo assicurò la sua presenza come spettatore durante le partite, e così fu. Partecipò a trasferte lontanissime come Palermo e Catania tant’è che è rimasta famosa una sua frase: Qualche dirigente amico del Casagrande pensò di rivolgersi a lui per un aiuto e Ubaldo assicurò la sua presenza come spettatore durante le partite, e così fu. Partecipò a trasferte lontanissime come Palermo e Catania tant’è che è rimasta famosa una sua frase: “finalmente ho preso l’ucelone!” (l’aereo n.d.r.). I risultati delle eugubine cominciarono a migliorare ma la salvezza non era ancora assicurata.
Arrivò la trasferta in casa della prima in classifica: il Macerata.
Arrivò la trasferta in casa della prima in classifica: il Macerata.
“Oggi vinciamo!” pronosticò Baffone fra gli increduli sguardi dei dirigenti e le speranze delle pallavoliste. Dopo tre quarti d’ora la squadra perdeva 2 a 0, il pronostico di Ubaldo sembrava non essere azzeccato. Sapete come è finita?
Chi c’era lo ricorda bene e può testimoniarlo, 3 a 2 per il Gubbio e salvezza raggiunta.

Ubaldo Casagrande Baffone

Baffone e la sua fama

Non tutti riconoscevano le sue doti diciamo ”fuori dal comune” molti erano scettici ma questo non gli impediva di essere comunque famoso e suscitare curiosità nei mass media dapprima sulle prime tv locali come Tef, Rte e alcune emittenti marchigiane. Su Umbria TV resta memorabile la trasmissione con il conduttore di Programmi d’intrattenimento Pasquale Lucertini. Poi arrivò Rai Tre e soprattutto “Piacere Rai Uno” programma trasmesso dalla Rai in tutta Europa. Baffone in una puntata della trasmissione che aveva ospiti fissi Toto Cotugno e Simona Marchini fu intervistato dal giornalista Pietro Badalonisusitanto vivo interesse non solo tra i presenti, ma tra i tanti telespettaori alcuni dei quali lo raggiunsero a casa. Per quanto riguarda l’emittente eugubina Tele Radio Gubbio basta ricordare che l’indimenticato presentatore Filippo Uccellani diverse volte ospità Ubaldo anche perché era assiduo frequentatore del Ristorante che Ubaldo aveva aperto nel 1985 e che ancora oggi si chiama “Da Baffone”.

Il ristorante aperto nel 1985

Una volta era prensente nel ristorante Mons. Antonelli, allora vescovo di Gubbio, già arcivescovo di Perugia e di Firenze ed oggi cardinale. Nel bel mezzo del pranzo, non si sottrasse, simpaticamente al rito della lettura della mano da parte di Ubaldo suscitando le curiosità dei numerosissimi presenti. Tali episodi come molti altri hanno caratterizzato la vicenda terrena di Ubaldo Casagrande. Sappiamo anche della sua umanità: di come era sempre pronto a sostenere familiari, parenti, amici e chiunque si rivolgesse a lui. Baffone era convinto dei valori portanti della società: umiltà, laboriosità, collaborazione e generosità che sono sempre stati le qualità fondamentali della sua esistenza. Verso la vita aveva un atteggiamento del tutto positivo che va preso ad esempio da chi lo ha conosciuto.

Busto Bronzeo

Proprio per questo la sua perdita è stata grande per tutti. I familiari ancora vivono dei suoi insegnamenti e a distanza di tempo affermano che non c’è stata una separazione definitiva del loro caro. E non ci sarà mai finché esiste il ricordo, perché: Proprio per questo la sua perdita è stata grande per tutti. I familiari ancora vivono dei suoi insegnamenti e a distanza di tempo affermano che non c’è stata una separazione definitiva del loro caro. E non ci sarà mai finché esiste il ricordo, perché: “Mio padre non è morto, per noi è come se fosse qui!” afferma Giusto. Non si stenta a crederlo. Nel suo ristorante infatti campeggia il busto bronzeo di Ubaldo in più ci sono varie foto e dipindi appesi alle pareti che confermano palpabile la sua presenza.
Come ha ripetuto Giusto:afferma Giusto. Non si stenta a crederlo. Nel suo ristorante infatti campeggia il busto bronzeo di Ubaldo in più ci sono varie foto e dipindi appesi alle pareti che confermano palpabile la sua presenza.
Come ha ripetuto Giusto: ” Baffone non è morto ma vive!”

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Appennino Umbro-Marchigiano. Storie di un territorio pieno di biodiversità e di un progressivo spopolamento. https://www.facebook.com/serraburano

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