Banda di Zigo — Epilogo di Antonio Martinelli detto Pione
Materiale reperito dai documenti di Fabrizio Cece sulla Banda di ZIGO e dal sito Eugubini nel Mondo. (http://www.eugubininelmondo.com/zigo.html)
Approfondisci riguardo il delitto avvenuto a casa Cibei per mano di Martinelli Antonio detto Pione e Casagrande Emidio.
(CASACIBEI — DELITTO ALL’IMBRUNIRE | by Serra di Burano | Dec, 2020 | Medium)
Oggi parleremo della tragica morte di uno dei due assassini, Antonio Martinelli detto Pione, uno dei componenti più feroci della Banda di Zigo.
Riproponiamo quindi, il racconto del fu Ivo Martinelli di Morena scritto da Fabrizio Cece, il quale ringrazio per le sue innumerevoli documentazioni.
( https://www.facebook.com/groups/59502802203/)
Ivo Martinelli
Da la Banda di Zigo:
“ Non potevo chiudere questa relazione senza accennare, almeno brevemente, ad uno dei tanti racconti che mi fece Ivo Martinelli a proposito di alcuni componenti della banda di Zigo.
Uno degli episodi mi sembra particolarmente interessante perché, oltre ad avere alcuni riscontri documentari — non tutti, almeno non per il momento -, vide coinvolti gli antenati di Ivo e di sua moglie.”
Pietro Martinelli, originario di Pietralunga, attorno al 1849 era diventato proprietario del molino di Morenicchia.
Pietro, di agiata condizione, ebbe in seguito Luigi e Rosa.
Antonio Martinelli, detto Pione, di famiglia diversa da quella di Pietro, ma anche lui proveniente da Pietralunga — esattamente dal voc. Casaricca — si era innamorato di Rosa.
Luigi sapeva che Pione faceva parte della banda di Zigo e quindi voleva che quella relazione avesse termine. Ne parlò alla sorella e questa lo riferì a Pione. La loro relazione non poteva durare perché — dice Rosa ad Antonio — “mio fratello non vuole”.
Allora Pione si irritò e cominciò “a bruciare i paiari”.
Iniziò quindi a danneggiare le proprietà di Pietro Martinelli, padre di Rosa.
Luigi, allora, decise di agire e iniziò a pensare anche all’eliminazione fisica di Pione, ma sapendo che quest’ultimo era praticamente un intoccabile, rinunciò ad agire per timore che la banda di Zigo potesse mettere in atto delle ritorsioni contro la sua famiglia.
Luigi era solito macinare a Morenicchia, sul tardi o al mattino presto per sfruttare l’acqua accumulatasi nel bottaccio. Questo molino aveva due macine, divise da un fondello: una dotata di contatore per la tassa sul macinato e l’altra no.
Mulino di Morenicchia oggi
Una mattina, mentre Luigi era intento alla macinatura, capitò al molino Giovanni Capaccioni, detto Padella, bisnonno della moglie di Ivo Martinelli.
Luigi si rivolse a Padella: “Io so chi sei tu e tu sai chi sono io”; vuole sapere cosa avrebbe fatto la banda di Zigo se lui avesse affrontato ed eliminato Pione.
“Compare — gli rispose Padella — mi devi dare qualche giorno, poi ti farò sapere”.
Qualche giorno dopo Padella tornò al molino. Prima di parlare, però, volle sapere se Luigi era solo perché le due macine — come detto — erano divise da un fondello. Avuto il via libera Padella disse a Luigi che avrebbe potuto fare tutto quello che voleva, la banda non gli avrebbe dato fastidi.
Luigi, allora, cominciò a preparare l’agguato contro Pione.
Sa, come sanno tutti, che Antonio Martinelli si recava periodicamente a Caifiordi — Pietralunga — per passare la notte in casa di una donna, sua amica.
Alle prime luci dell’alba Antonio era solito ritornare verso la sua residenza. Lungo la strada si trova il voc. Caicivitelli, una volta noto come “casa di Frustone”. E’ proprio lì che Luigi, fucile spianato, attese il passaggio di Pione. Quel giorno, però, Antonio non si vide e l’agguato saltò.
Qualche tempo dopo, diminuiti i danneggiamenti alle proprietà di Pietro da parte di Pione, accadde il fattaccio.
Mulino di Morenicchia
Luigi, tra una domenica notte ed un lunedì mattina, stava macinando a Morenicchia. Era in compagnia di una cagnetta e dei suoi cuccioli. I cani, mi diceva Ivo Martinelli, non disdegnavano la farina di granturco.
Ad un certo momento la cagnolina prese ad abbaiare. Luigi non diede peso alla cosa perché era quasi la norma che qualcuno si trovasse a transitare da quelle parti. I viandanti, alle volte, erano armati.
Un cucciolo guaì. Un rumore… Qualcosa era stato gettato in acqua, il tonfo era inequivocabile.
Fiume Certano
Luigi, insospettito, si precipitò fuori del molino, ma quando aprì la porta si trovò di fronte Pione armato di fucile a bacchetta. Allora Luigi si scagliò contro Antonio prendendolo per il bavero della giacchetta e lo strattonò riuscendo a cavargli il fucile dalle spalle.
Fucile a Bacchetta
Pione cadde e Luigi gli fu subito sopra per assestargli tre violente ginocchiate sul petto. Pione ebbe uno sbocco di sangue, era inerme e pertanto Luigi decise di fermare il suo impeto. Dopo aver sparato il fucile di Pione, Luigi sollevò da terra il malconcio Antonio e lo riaccompagnò a Casaricca.
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Dopo due giorni Antonio Martinelli, detto Pione, morì.