TRA SALIA E “LE FRONTAGLIE”. Storie di acqua, territorio e famiglie.

Serra di Burano
4 min readMar 30, 2022

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Testo di Massimo Bei, Fotografie di Riccardo Martinelli e grazie alla guida di Antonio Radicchi detto Tochigno.

“Le acque di quei dintorni… Contengono molto solfato di calcare… O’ io assaggiata un’acqua che abbondante sgorga… all’est delle cupe di Salia”.

Così scriveva nel 1855 Angelico Fabbri ne “La Città di Gubbio, sua pianura e suoi monti” (grazie a Gabriele Morelli).

E tra fonti naturali, erosioni, sgocciolatoi, fossi, ci si muove lasciando la strada bianca e raggiungendo il fiume Salia dopo importanti discese tra una fitta boscaglia.

Guadato in fiume diverse volte, si riprende la strada bianca verso le Frontaglie con sempre ben visibile sulla cima a sud ovest il castello di Montalbreve.

Tracce del passaggio di un lupo, anticipano l’arrivo a “Col de’ Grassi”, dove con un bel gatto ed una paciosa mucca incontriamo l’amico Carlo Cipriani detto “Il Barba” per la sua barba elegante e ben portata da sempre.

Foto Massimo Bei

E pochi minuti dopo il saluto, Carlo ha rinnovato un’ospitalità antica e subito sul tavolo sono comparsi salumi, formaggio e buon vino. Carlo è portavoce di una storia antica, quella della sua famiglia alle Frontaglie”, testimonianze avvalorate anche dai testi degli storici Fabrizio Cece e Gianluca Sannipoli.

Foto Massimo Bei

Dalle “Frontaglie” è partito Giuseppe Cipriani di Carlo caduto e medaglia d’argento della Grande Guerra (CECE FABRIZIO — SOLDATI EUGUBINI DECORATI AL VALOR MILITARE NELLA GRANDE GUERRA).

Invece Biagio Cipriani, contadino possidente delle Frontaglie, fu estratto Capitano del Cero di S. Antonio nel 1884. (SANNIPOLI GIANLUCA — TUTTI I COLORI DEI CERI VOLTI E STORIE DI UNA FESTA SENZA TEMPO).

Addirittura in un documento di recente pubblicazione sul libro BALESTRANDO PER GUBBIO — IL PALIO DI SANT’UBALDO DAL 1461 AL 1920 Fabrizio Cece fa conoscere i militi del contado e città di Gubbio nel 1562 e tra di loro compare tra le milizie di Montalbreve “Luca de Cypriano”. Quel Cypriano potrebbe essere il capostipite di questa antica famiglia legata da secoli a questo territorio.

Il ritorno verso Salia dove tra fitte piante anche coperte da licheni, si scorgono i ruderi di un vecchio cimitero a pianta quadrata con cappella centrale crollata.

Poi la chiesa che ospitava campane tra le più antiche d’Italia, risalenti al X e XI secolo, una delle quali famosa per il motto: “Iubila Pongo, Nubila Frango, Funera Plango” (canto la gioia, rompo le nuvole, piango le disgrazie).

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Written by Serra di Burano

Appennino Umbro-Marchigiano. Storie di un territorio pieno di biodiversità e di un progressivo spopolamento. https://www.facebook.com/serraburano

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